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martedì 28 giugno 2011

Ecografia ed iconografia

L'ecografia utilizza, per la diagnosi, infinite sezione degli organi, sezioni virtuali, ultrasonografiche appunto.
La riuscita dell'esame dipende quindi dalla manualità del medico.


Volendo fare un paragone, per cercare un piccolo oggetto in una stanza, occorre perlustrare attentamente ogni singolo mm quadrato di superficie.
Non è sufficiente aprire la porta, dare un occhiata e pretendere di trovare e visualizzare un dato particolare.
Ne deriva che in ecografia la diagnosi si effettua in "real time" in tempo reale appunto. Non è proponibile che l'esame venga effettuato da una persona, e poi interpretato da una altra sulla base di filmati o fotografie.
Che importanza hanno allora le fotografie rilasciate, in formato cartaceo o digitale, dopo aver eseguito una ecografia?
Praticamente nulla dal punto di vista pratico.
Il medico ecografista dovrà descrivere un reperto nei minimi dettagli, dimensioni, forma, contorni, sede, rapporti con strutture vicine, vascolarizzazione, ed avanzare quando possibile un possibile orientamento di origine e di natura.
L'iconografia è sicuramente un "abbellimento" di una seppur minima utilità pratica solo se un altro ecografista dovesse valutare lo stesso caso, di nulla utilità se le foto vengono esaminate da un medico non ecografista.
Inoltre, essendo l'ecografia basata su infinite sezioni, si potrebbe fotografare cose che non esistono, e non fotografare reperti che invece sono presenti.
Ovviamente quanto scritto è puramente di carattere medico.
Altro discorso invece è il campo medico legale, dove, in caso di contenzioso, l'iconografia potrebbe essere utilizzata, a torto o ragione, per cercare di stabilire l'accuratezza dell'esame.
Concludo con una frase che ho già scritto altrove...
"in ecografia si vede solo ciò che si cerca attentamente, durante l'esame" .




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