La causa maggiormente frequente che induce il medico a richiedere una ecografia addominale, è rappresentata dal dolore...
L'argomento è complesso e vasto e, paradossalmente, sintetizzare comporta maggiori difficoltà rispetto ad una trattazione dettagliata e completa.
Cercherò ad ogni modo di offrire una descrizione sintetica e spero almeno in parte completa, della problematica in esame.
Prima di entrare nel vivo del discorso, occorre dire che è molto importante la modalità di descrizione del dolore da parte del paziente.
In caso di dolore addominale occorrerebbe considerare:
1) Intensità..
Da una scala compresa fra zero (nessun dolore) e dieci (un dolore terribilmente forte), occorrerebbe indicare il valore percepito.
2) Tipologia del dolore...
È necessario descrivere il tipo di dolore effettuando dei paragoni (es. dolore puntorio-trafittivo, dolore urente, etc.) indicando l'andamento temporale (es. continuo, pulsato, tipo colica con andamento fasico etc.), non tralasciando di segnalare variazioni del dolore in base alla postura o agli atti del respiro.
Queste informazioni andranno collocate in un contesto che tenga conto delle attività che la persona svolgeva al momento della insorgenza del dolore stesso, il suo rapporto con il cibo (es. dolore insorto a digiuno oppure a stomaco pieno, dolore alleviato o accentuato dal cibo, dolore presumibilmente scatenato dalla assunzione di un alimento particolare, etc.), oppure con eventuali medicinali assunti.
3) Localizzazione ed irradiazione...
Altro elemento fondamentale per il corretto inquadramento diagnostico anamnestico, è rappresentato dal punto in cui inizia il dolore, e dalla sua eventuale irradiazione.
In linea di massima, la analisi delle caratteristiche di un dolore addominale, consente spesso un primo inquadramento diagnostico.
Anche la visione di eventuali esami ematochimici, di urine e feci, contribuirà ad inquadrare correttamente il caso clinico.
Alla fine di un esame ecografico normale, ricordo sempre ai miei pazienti che una normalità ecografica, ovviamente eseguendo l'esame in maniera appropriata, rende estremamente tranquilli...ad ogni modo spiego anche che è sempre opportuno valutare il sintomo o i sintomi presentati in maniera globale, integrando con esami di sangue urine e feci. Nel caso in cui risultassero elementi realmente alterati, incompatibili se confermati con una reale normalità, potrebbe essere necessario ripetere l'esame ecografico, oppure eseguire altre indagini utilizzando metodiche complementari (es. TAC, RMN, etc.).
Occorre anche ricordare che a volte un dolore addominale, può essere causato da cause estranee all'addome stesso, come discopatie o malattie come l'iperparatiroidismo, alcune forme di porfirie etc.
Entriamo ora nel vivo del discorso, considerando le possibilità diagnostiche ecografiche in caso di dolore addominale.
Credo che il modo migliore di affrontare l'argomento, ribadisco veramente vasto, sia quello di "simulare" un esame ecografico addominale, descrivendo le varie fasi dell'esame stesso, e le finalità.
Come prima cosa, esamino il paziente in posizione eretta "faccia a faccia".
La valutazione "in piedi" offre numerosi vantaggi per lo studio del pancreas, dello stomaco, di alcuni segmenti epatici e della colecisti, della milza e dei reni.
Eseguo quindi una prima valutazione epigastrica (regione mediana sottosternale, identificata nel linguaggio corrente, non medico, come "bocca dello stomaco"), per studiare il pancreas (per escludere neoformazioni, alterazioni di struttura, dilatazione dei dotti e del coledoco, raccolte liquido-poltacee, linfonodi patologici, etc), lo stomaco (valuto la forma, la stratificazione di parete, lo stato contrattile, escludo eventuali masse di parete, etc), l'aorta sottodiaframmatica (per escludere ectasie oppure aneurismi), la milza (valuto le dimensioni, la struttura, escludo eventuali noduli o masse, studio la arteria splenica all'ilo etc.), i reni (dimensioni, struttura, sistema caliceale e pielico, esclusione di calcoli o di masse etc.), il fegato (eseguo uno studio preliminare dell'organo per escludere in prima valutazione, masse, noduli, alterazioni di struttura, dilatazioni dei canalicoli biliari, calcoli della colecisti e del coledoco etc.).
Successivamente chiedo al paziente di sdraiarsi sul lettino in posizione prona, per controllare nuovamente i reni, alcuni segmenti epatici, la pleura superficiale.
Il passo successivo è rappresentato dallo studio in decubito laterale destro, per rifinire la valutazione del fegato, del rene e dell'ilo renale etc.
L'esame termina con uno studio in posizione supina.
In tale posizione, oltre a rivalutare le stesse strutture ed organi precedentemente studiati, si potranno studiare il peritoneo e retroperitoneo, i vasi addominali, la regione pelvica con utero e annessi, la vescica, la parete addominale anteriore, l'intestino e la regione appendicolare.
Un esame condotto con tale metodologia e con apparecchiatura ad altissima risoluzione, se normale, conferisce enorme tranquillità.
Di contro, se il dolore addominale è causato da un problema anatomico intraddominale, l'indagine ecografica sarà spessissimo in grado di identificare il problema, anche contraddicendo sintomatologia, esami ematochimici, valutazione clinica.
L'ecografia addominale risulta essere realmente l'esame di scelta in caso di dolori addominali, in grado spesso di risolvere quadri anche complessi, altrimenti difficilmente inquadrabili.
Una puntualizzazione a parte richiede il dolore addominale pediatrico.
Fortunatamente la maggior parte dei piccoli pazienti che lamentano dolori addominali, non hanno patologie reali, ed i disturbi possono definirsi funzionali, soprattutto su base psicologica.
La perfetta normalità ecografica in caso di bambino con algie addominali, orienterà la diagnosi in senso funzionale. Occorrerà però eseguire per completezza esami generali di sangue, con particolare riferimento agli indici di flogosi, un esame completo di feci, ed eventualmente escludere con appropriati test, le principali "intolleranze" alimentari (es. celiachia, intolleranza al lattosio etc).
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