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lunedì 25 aprile 2011

Ruolo della ecografia nelle tumefazioni superficiali

Sempre più spesso ricevo richieste di valutazione per piccoli noduli o irregolarità cutanee o sottocutanee.
Occorre dire, che lesioni estremamente superficiali richiedono l'uso di sonde ad altissima frequenza, non disponibili in genere commercialmente.
Ad ogni modo, anche con le normali sonde "small parts" si ottengono ottimi risultati se l'apparecchiatura ecografica è di buona qualità.


Purtroppo l'aspetto ecografico di alcuni noduli o formazioni, potrà essere sovrapponibile in patologie totalmente differenti.
Di un eventuale nodulo superficiale occorrerà stabilire:
- sede: derma, sottocutaneo, piano muscolare

- dimensioni e forma
- caratteristica dei margini
- struttura e vascolarizzazione
- distanza minima e massima dalla cute

In base a tali rilievi si potrà come prima cosa avanzare un giudizio riguardo la benignità o la malignità. Ovviamente l'eco non potrà garantire certezza istologica, però in molti casi l'orientamento fra benigno o maligno sarà estremamente attendibile.
Una volta stabilita la benignità o malignità, si cercherà di avanzare una ipotesi diagnostica, quando possibile ovviamente. Non sempre questo sarà possibile in quanto come accennavo prima, in alcuni casi non esistono elementi significativamente distintivi fra noduli di varia istologia.
Alcuni reperti saranno invece riconoscibili con facilità, come per es. lipomi, cisti sebacee, neoformazioni vascolari, linfonodi, pilomatricomi etc.
Una puntualizzazione particolare meritano i linfonodi.
L'ecografia è fondamentale sia per attribuire o meno la natura linfonodale ad una data tumefazione (diagnosi differenziale con ernie, noduli veri e propri, varici, etc) e sia per stabilire la benignità o malignità dei linfonodi stessi.
Tranne rari casi nei quali il linfonodo contiene motivi di ambiguità, oppure rari casi di linfonodi con aspetto benigno (o maligno) che poi risultano essere tutto il contrario alla indagine istologica, l'attendibilità ecografia in tal senso è davvero elevata.
Ricordo che al livello sotto angolo mandibolare, ascellare e inguinale, i linfonodi sono naturalmente relativamente grandi, ma in condizioni normali, presentano un aspetto innocuo caratteristico...questo per puntualizzare che non sempre un linfonodo grande è un linfonodo maligno...in alcuni casi anche linfonodi di 2 mm possono presentare caratteri di malignità, pur essendo quasi puntiformi.
La palpazione clinica dei reperti assume a volte valore se associata alla ecografia stessa, potendo aggiungere caratteristiche come la consistenza, la mobilità...come unico presidio di diagnosi non è indicata in quanto non può competere con la accuratezza ecografica.
Purtroppo ancora oggi persone mi riferiscono di diagnosi fatte unicamente con le mani e di interventi programmati solo in base alla visita manuale. Realmente in molti di questi casi, il reperto ecografico è stato realmente differente rispetto alla diagnosi clinica, con conseguente diversità di trattamento.
Concludendo in molti casi l'ecografia consente una corretta diagnosi o orientamento in caso di presenza di tumefazioni superficiali. Ovviamente in presenza di reperti strettamente dermatologici l'utilità ecografica potrebbe essere minima.


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